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I legittimari e la tutela della quota legittima nelle successioni ereditarie


Nell’immaginario collettivo, è convinzione consolidata quella secondo la quale, mediante il testamento, sarebbe possibile disporre senza limiti dei propri beni per il caso di morte.

In realtà, poiché la legge ha previsto una serie di vincoli a tutela dei familiari più stretti, i cosiddetti legittimari, il testatore non è del tutto libero di disporre del proprio patrimonio.

Infatti, gli articoli 536 e seguenti del codice civile prevedono che, a favore di alcuni soggetti, spetti obbligatoriamente una quota del patrimonio del defunto (la cosiddetta quota di legittima) a prescindere dalla volontà del testatore. In altre parole, la distribuzione dei beni che fanno parte della massa ereditaria segue alcune limitazioni, proprio perché bisogna tener conto dei diritti dei legittimari.

Per tale motivo, in presenza di legittimari, l’eredità si divide fra quota disponibile e legittima.

La prima rappresenta la porzione di patrimonio di cui il testatore può disporre liberamente, mentre la seconda rappresenta la quota che deve essere obbligatoriamente riservata a coloro che hanno un rapporto di parentela stretto con il de cuius, ovvero al coniuge, ai figli e agli ascendenti.

La finalità delle predette norme è quindi quella di tutelare non solo la libertà del testatore, ma anche di tutelare gli interessi dei familiari che potranno sempre ottenere una quota del patrimonio ereditario.

L'avvocato Manuel Macrì, esperto in materia successoria, spiega chi sono e quanto spetta ai legittimari, come si calcola la quota di legittima e quali sono gli strumenti di tutela.

Chi sono i legittimari e le quote loro spettanti?

I soggetti legittimari sono il coniuge, i figli e gli ascendenti del defunto.

Il diritto di succedere nella massa ereditaria per gli ascendenti non scatta sempre automaticamente, poiché la spettanza della quota di riserva agli ascendenti è solo eventuale. L'ipotesi si verifica quando il testatore muore senza lasciare figli e coniuge oppure quando succede solo il coniuge.

In ogni caso, tra i legittimari non sono contemplati i fratelli e le sorelle del de cuius.

Come si calcola la quota di legittima?

Per poter stabilire la porzione del defunto di cui questi poteva disporre senza limiti, ovvero la quota disponibile, bisogna prendere procedere con la riunione fittizia, ovvero l'istituto che interessa la quantificazione della massa ereditaria al momento in cui si procede con l'apertura della successione.

Dal conteggio di tutti i beni che fanno capo al defunto bisogna poi sottrarre i debiti sorti prima e dopo la morte, quali i costi di sepoltura e le spese funerarie.

Alla massa così determinata si passa poi ad aggiungere anche le eventuali donazioni disposte dal defunto prima del decesso, operazione che permette dunque di quantificare in maniera esatta il valore dell'asse ereditario e conseguentemente la quota disponibile e indisponibile. Quest'ultima, bisogna ribadire, non può essere sottratta dal vincolo della legittima e dovrà necessariamente essere attribuita ai legittimari.

Quanto spetta ai legittimari?

In assenza di figli la quota di legittima spettante al coniuge corrisponde a metà del patrimonio. Invece, in caso di concorso con il figlio:

    • al coniuge spetta un terzo della massa ereditaria;
    • un terzo verrà corrisposto anche al figlio;
    • un terzo sarà anche la quota disponibile.

In presenza di più figli:

    • la quota di legittima del coniuge è di un quarto;
    • i figli percepiranno in parti uguali metà del patrimonio;

In assenza di coniuge la quota di legittima spettante ai figli è pari:

    • a metà del patrimonio in caso di figlio unico
    • due terzi della massa ereditaria in presenza di due o più figli

Agli ascendenti spetta:

    • un terzo del patrimonio (in assenza di coniuge)
    • un quarto dell'asse ereditario (in presenza del coniuge)

La porzione di legittima così determinata spetta in parti uguali agli ascendenti paterni e materni.

Al coniuge, in aggiunta alla quota legittima, spetta comunque il diritto a vivere nella casa in cui è stata fissata la residenza familiare e ad utilizzare i beni presenti all'interno dell'immobile.

Precise regole bisogna poi seguire nel caso in cui il coniuge sia separato dal defunto, il quale potrà comunque vantare dei diritti, a patto che non sia stata pronunciata una sentenza di addebito già passata in giudicato. In questa circostanza ottiene, ma sempre nel rispetto di alcuni presupposti, un assegno vitalizio il cui valore sarà proporzionato in base alla massa ereditaria e al numero degli eredi. Il coniuge divorziato, invece, non potrà far valere alcun diritto.

Cosa possono fare i legittimari lesi nei propri diritti?

Non sono così rari i casi in cui la porzione di legittima viene lesa dal testatore. Questo può succedere volontariamente o involontariamente a causa di donazioni compiute in vita o disposizioni testamentarie che attribuiscono benefici a terzi in misura superiore a quanto previsto dalla legge.

Al fine di tutelare i diritti dei legittimari, il nostro ordinamento riconosce ai singoli legittimari la facoltà di proporre l'azione di riduzione, istituto che viene disciplinato dagli articoli 553 e seguenti del Codice civile. Grazie a questo strumento giuridico il soggetto leso avrà la possibilità di reintegrare nell'asse ereditario la porzione di riserva della quale il testatore non avrebbe potuto liberamente disporre.

Il procedimento, che inizia con la mediazione, si conclude con un accordo o con una pronuncia giudiziale che stabilisce l'inefficacia degli atti compiuti dal defunto lesivi dei diritti del coniuge, dei figli e degli ascendenti, reintegrandoli nei diritti ereditari loro spettanti.

A chi rivolgersi per tutelare i diritti di legittima?

Il tema della quota di legittima è argomento molto complesso e richiede una competenza di tipo specialistico, soprattutto quando l'asse ereditario è di ingente valore e include una moltitudine di beni. Per tale motivo è di fondamentale importanza rivolgersi ad un avvocato esperto in materia successoria. Infatti, la scelta del professionista sbagliato può portare ad una serie di conseguenze negative irreversibili, esponendo gli eredi a ingenti perdite economiche.

L'avvocato Manuel Macrì vanta una notevole esperienza in materia successoria e, ponendosi ai vertici per il valore delle cause trattate abitualmente, è in grado di offrire consulenza e assistenza legale di altissimo livello.

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